L’immaginazione […] è il primo fonte della felicità umana. Quanto più questa regnerà nell’uomo, tanto più l’uomo sarà felice.
(Giacomo Leopardi)
Mi occupo di Psicoterapia Immaginativa una metodologia che si basa prevalentemente sull’uso privilegiato della creatività immaginativa del paziente.
La mia formazione psicodinamica, mi ha portato a considerare come i processi inconsci abbiano un peso rilevante sul nostro modo di essere, sul nostro stile relazionale e sul nostro benessere psicofisico, e come questi costituiscano anche la via privilegiata per conoscere e risolvere quei nodi che ci impediscono di vivere nella pienezza delle nostre possibilità.
Solo coloro che possono vedere l’invisibile, possono compiere l’impossibile!
(Patrick Snow)
Le prime investigazioni scientifiche sulla creatività risalgono solo al 1900 quando Freud nell’ “Interpretazione dei sogni” ne descrive per la prima volta alcuni meccanismi.
La considera una capacità non più peculiare dell’artista, quanto di ogni individuo, una capacità, insomma, di cui potenzialmente ognuno può disporre, una seconda via regia per accedere alla sorgente inesauribile dell’inconscio. Per il padre della psicoanalisi la creatività è da mettere in relazione con i processi psichici primari, privi di logica. In essi, in forma mascherata, si esprimono desideri, conflitti inconsci o semplici fantasie del soggetto.
L’immaginazione attiva è la chiave di una visione più ampia, permette di mettere a fuoco la vita dai punti di vista che non sono i nostri, pensare e sentire partendo da prospettive diverse. (Alejandro Jodorowsky)
Per C.G. Jung l’inconscio individuale partecipa di un inconscio collettivo, una specie di serbatoio arcaico ed universale dell’immaginazione, popolato di archetipi, ovvero “immagini primordiali”, a cui si può attingere attraverso lo studio dei simboli e dei miti che altro non sono che grandi “sogni collettivi” dell’umanità.
Ma sia per Freud come per Jung il simbolo non è mai concepito come mezzo terapeutico diretto, mentre nel modello di L. Rigo l’immaginazione simbolica è mezzo terapeutico diretto.
L’immaginazione è la qualità più tipicamente umana, quella che consente di creare, inventare, capire. È la qualità che consente all’uomo di trovare un margine di libertà, di sfuggire, in parte, alla sua condizione di marionetta mossa dai fili genetici e ambientali […]. (Piero Angela)
Nell’ambito Tecniche Immaginative, che hanno trovato larga diffusione in Europa agli inizi del 1900 attraverso gli apporti di R. Desoille, A. Virel, R. Assagioli, L. Peresson, H. Leuner, Sechehaye, C.G. Jung, l’ITP è una particolare tecnica psicoterapica del profondo che trae origine da Leopoldo Rigo e dall’esperienza diretta sul suo materiale onirico (oltre 2000 sogni) e su quello dei suoi pazienti.
EMDR, cos’è e come funziona la terapia?
Avvalendosi sia delle conoscenze della Psicoanalisi, sia della Psicologia Analitica di Jung, utilizzava la facoltà umana di esprimere il proprio mondo psichico attraverso immagini, per attivare prima una trasformazione e poi la guarigione. Tale attivazione dell’immaginario è un vero e proprio viaggio nello spazio interiore, infatti, permette di rimettere in moto le capacità di autocura e di autosviluppo insite in ciascun individuo, superando la stasi che caratterizza la malattia psichica.
L’ “Imagerie Mentale” costituisce, infatti, al pari del sogno un’altra “via regia” d’accesso all’inconscio.
Le tecniche immaginative utilizzano la capacità dell’uomo di esprimere il proprio stato psicologico con immagini, per produrne la trasformazione e la guarigione.
La capacità immaginativa che viene attivata è alla base di tutte le manifestazioni creative, dalle più quotidiane alle più alte e artistiche. Non va confusa, però, con la mera fantasia evasiva, che allontana dalla realtà.
Nel libro “Analisi del profondo e psicoterapia”, Rigo chiarisce che l’analisi dei sogni gli aveva permesso di rilevare sia l’apparire del conflitto, che i tentativi falliti della sua elaborazione, che si concludevano invariabilmente con lo scacco e la sconfitta dell’Io; ipotizza, pertanto, che il fallimento dell’Io nel sogno dipenda dal suo stato di passività rispetto alle varie forze dell’Inconscio. Ciò non avverrebbe, invece, nel Reve eveillè, poiché nel processo oniroide messo in atto con l’ITP si raggiunge un “terzo stato” tra la veglia e il sonno in cui l’Io conserva la sua attività, e l’Inconscio è libero di esprimersi. Un Io vigile, dominante e in comunicazione con l’inconscio e con le figure fantasmatiche permette di averne ragione e di superare i conflitti e di avviare un potenziale trasformativo di auto-cura e di auto-sviluppo.
L’immaginazione a volte dispiega ali grandi come il cielo in un carcere grande come una mano. (Alfred de Musset)
Le sensazioni prodotte dall’attività immaginativa vanno a recuperare anche esperienze preverbali molto precoci, permettendo di esprimere l’angoscia senza nome, le paure, il senso di vuoto, ma anche l’ansia, le tensioni e i conflitti, che caratterizzano il disagio nelle diverse forme di patologia psichica. Quindi, ancor meglio che con le parole, utilizzate nelle terapie di solo colloquio, si possono sciogliere nuclei carenziali precoci difficilmente aggredibili con altre tecniche.
Non si tratta solo di immagini visive, ma plurisensoriali, cioè visive, olfattive, uditive, tattili, kinestesiche e cenestesiche; queste ricalcano, nell’I.C.I. , io corporeo immaginario (una proiezione a livello immaginativo del corpo del paziente, attraverso il quale nell’imagerie fa esperienza), l’insieme di percezioni che si possono sperimentare col corpo reale.
Nel mio lavoro di terapia oltre che delle tecniche immaginative dell’ITP, che permettono una ristrutturazione del profondo, mi avvalgo anche dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) tecnica specifica per il trattamento dei traumi.